martedì 18 novembre 2014

This War of Mine: l’altro lato della guerra

Per qualcuno la guerra, la guerra non cambia mai, per altri invece la guerra è cambiata (e chi mi riconosce le due citazioni vince una stretta di mano)

Quel che è certo è il fatto che almeno personalmente fino a un paio di giorni fa ho calcato innumerevoli campi di battaglia virtuali sempre nei panni di qualche soldato/avventuriero ma mai nei panni di un civile che prova a sopravvivere agli orrori di un conflitto moderno, ed è qui che This War of Mine giunge per colmare questa lacuna
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Abituatevi a questa schermata.
Nel gioco avremo il comando di un gruppo di persone che cercano di tirare avanti in una città sconquassata dalla guerra, ognuno di loro avrà dei tratti distintivi che risultano utili o meno al fine di sopravvivere, queste persone sono generate casualmente ad ogni run, e vanno da un minimo di due al massimo di quattro ad ogni inizio partita, a questi si potrebbero aggiungere altre persone che bussano alla porta del nostro rifugio in cerca di aiuto o che chiederanno di unirsi a noi, o ancora più semplicemente per barattare generi di prima necessità.

Il gameplay varia in due fasi, nella fase diurna saremo costretti in casa visto che la guerra infuria fuori dalla nostra porta,  e passeremo il tempo cercando di rendere più confortevole il nostro rifugio costruendo letti, sedie, cucine di fortuna e quant’altro possa tornare utile alla sopravvivenza o a creare un minimo di confort in una situazione disagiata, in questa fase inoltre cureremo la vita dei nostri omini facendoli mangiare il cibo che riusciremo a recuperare, direttamente crudo o cotto nel caso fossimo gia riusciti a dotare i nostri poveri cristi di un fornello di fortuna, curarli e cercando di tirarli su di morale quando saranno tristi o depressi visto che in tal caso durante la seconda fase di gameplay potrebbero rifiutarsi di fare qualsiasi cosa o nei casi più gravi potranno direttamente togliersi la vita. Il tutto è scandito da un orologio che ci ricorda l’ora diurna e che si fermerà alle 20:00 passando cosi alla seconda fase di gioco.
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Alla ricerca di qualcosa di utile.

La seconda fase invece si svolge durante la notte, in un primo momento avremo la responsabilità di scegliere chi fa cosa, per esempio dovremo scegliere chi far dormire in un letto (quando disponibile) chi a terra, chi lasciare di guardia e sopratutto chi mandare a cercare provviste e materiali e sopratutto dove, durante il primo giorno avremo poche location disponibili ma andando avanti queste cresceranno in numero, una volta sbrigata la parte gestionale si passa all’azione vera e propria.In questa fase inizia una sezione stealth, infatti dovremmo essere accorti, sopratutto durante la prima visita in un posto, a muoverci  con cautela visto che non sapremo se possa essere già occupato ed in caso affermativo se gli eventuali occupanti siano ostili oppure no.Infatti potremmo trovare da altri disperati come noi che sono tutto sommato gentili, a banditi che non si faranno scrupoli a spararci dritto in faccia per prendere le nostre cose o difendere i loro averi, oppure ci saranno persone disposte a barattare qualcosa con noi o soldati anche loro pronti a barattare o a fare gli stronzi con la popolazione inerme, anche in questo caso avremo un orario che scorre e dovremmo far rientro alla base prima che faccia giorno in modo da poter tornare al nostro rifugio in sicurezza con il favore delle tenebre, in entrambe le fasi del gioco si può scegliere di saltare direttamente alla fase successiva.

Come avrete potuto notare dalle immagini postate qui sopra il gioco è impacchettato in un particolarissimo stile grafico che inserisce i persone reali catturate in motion capture su sfondi 2D gradevoli alla vista e caratterizzati da toni mediamente cupi e con un bel effetto “matitato” che rende l’atmosfera ancora più angosciante.Buono anche l’audio composto da rumori di fondo di spari ed esplosioni o di grida disperate magari lanciate dalle persone presenti sul posto che abbiamo appena deciso di visitare, il tutto viene condito con un angosciante sottofondo musicale che da la pennellata finale al quadro di angoscia e disperazione che abbiamo dinanzi.
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In guerra nessuno rimane puro…

La parte migliore di tutto però rimane l’opprimente atmosfera generale che permea il gioco, saremo messi di fronte a scelte morali non indifferenti per permettere la sopravvivenza del nostro manipolo di persone, scelte che avranno delle conseguenze a livello di gameplay, quindi ogni nostra azione dovrà essere ponderata nonostante l’orologio del gioco corre veloce lasciandoci poca libertà di manovra nei casi più gravi.Questo è un gioco impegnativo, inutile girarci attorno, fino ad ora sono riuscito a sopravvivere solo fino al dodicesimo giorno, quindi probabilmente uno dei punti deboli che gli si può imputare è l’inevitabile ripetitività di alcuni momenti, ma se siete alla ricerca di un’esperienza diversa vi consiglio di dargli una chance, se siete appassionati di giochi survival\gestionali con questo titolo avrete pane per i vostri denti.

mercoledì 3 settembre 2014

Welcome to the internet madafacka!

Una volta esisteva l'internet, ed era un bel posto...

Per noi giovani smanettoni brufolosi l'avvento del world wide web fù come l'apertura dei cancelli del paradiso, un intero mondo nel mondo tutto a nostra disposizione, bastava avere la pazienza di aspettare giusto quei 2 o 3 secoli per entrare su internet e aprire le pagine web ed avevi tutto o quasi a portata di clic.

Avevamo il porno, avevamo mIRC, avevamo i forum, avevamo la musica, avevamo tutte le varie robe nerd prima ancora di sapere cosa fosse un nerd, per un ragazino di 13 anni era l'avverarsi del futuro.

Quindi in quegli anni noi poveri sfigati eravamo tutti li, gli altri erano in giro a far cose da fighetti, mentre noi eravamo li ad esplorare ogni anfratto possibile di quella boglia infernale che tutti noi conosciamo come internet.
Vivevamo in due mondi separati, i giusti da una parte, e i deficenti dall'altra, e a noi stava bene cosi! Oh se stava bene cosi! Eravamo costretti a sopportare le cazzate solo durante quelle poche ore scolastiche, poi ognuno per la sua strada.

Poi un giorno senza che quasi che ne rendessimo conto tutto cambio...

Il cambiamento


Con il passare degli anni la tecnologia divenne sempre piu performante, sempre piu accessibile, il divario digitale si assottigliava sotto i nostri pieno senza che neanche ce ne accorgessimo, oramai i pc avevano preso posto quasi in ogni casa, ma esisteva ancora un certo divario, i giusti che continuavano a esplorare aiutati anche da linee internet che uscivano dall'età della pietra per iniziare ad essere sempre piu veloci man mano, e gli altri che cliccavano suo banner: complimenti sei il nostro gigaentesimo visitatore, clicca qui per ricevere una villa a Malibù con 4 ninfomani come serve!
E loro cliccavano... cazzo se cliccavano...

Poi l'inizio della fine, nel 2005 nasce un certo facebook, e due anni dopo un telefono averenistico che mi pare si chiamasse iPhone, questi 2 strani ritrovamenti tecnologici ci misero ancora qualche anno a giungere qui, nella terra del sole e della pizza, ma quando successe quell'esile muro di Berlino internettiano che ancora reggeva stoicamente dopo i primi mesi di assestamento da parte di questi due soldati scelti crollò come un castello di sabbia inondato da un getto di piscio e merda liquida, lasciando così poche rovine maleodoranti che non riuscivano a trattenere quel mare di melma che erano le convinzioni altrui (e non opinioni, badate bene)

Gente che fino a l'altro ieri guardava un mouse come se fosse un ogetto alieno ora gira con lo smartphone (ogetto senza dubbio molto piu intelligente del possessore) vantandosene ma usandolo solo in minima parte, oppure (rabbrividisco) senza neanche un abbonamento internet!

Gente che avresti volentieri spellata viva e immersa lentamente nel sale a causa a causa della sicumera con la quale enunciavano le loro veritá assolute di vita che in realta erano stronzate colossali ora parlavano liberamente, non che prima non lo facessero, ma semplicemente venivano ignorate, mentre ora volente o nolente ti ritrovi spiattellata in bella vista sullo schermo del tuo pc, ed è inutile cercare di mostrare loro il tuo punto di vista, tu sarai sempre nel torto e un coglione.

Orwell aveva indovinato, solo che il grande fratello non è nato con l'indottrinamento politico, il grande fratello è stato creato da noi, dalle nostre paure e dalle nostre invidie, dalle nostre guerre tra poveri, e cosi ci ritroviamo a non poter piu avere un dialogo civile, perchè se la pensi diversamente dalla massa sei solo un povero coglione.

E allora vaffanculo perchè per me 2+2=5 e continueró sempre a sostenerlo...
     

                     
                                

domenica 3 agosto 2014

Doppia recensione on the rocks grazie!

E niente, sto blog sta diventando l'angolo del libro nerd, la qual cosa non è che mi dispiaccia poi piu di tanto!


Partiamo subito con il primo librino, Ex supereroi Vs Zombie, e gia il titolo dice tutto.
La sinossi è di quanto piu becero e coatto che si possa immaginare, escono fuori i primi supereroi, scoppia un epidemia zombie e i sopravvisuti di una Los Angels ormai devastata si riuniscono negli studi cinematografici di Hollywood riconvertiti in spazi abitativi sotto la guida dei supereroi che li difendono appunto dagli zombie, dagli sbandati e anche dai loro ex colleghi infettati a loro volta, tutto qui.

Mettiamolo subito in chiaro, per leggere questo libro bisogna staccare il cervello, non aspettatevi il libro che rivoluziona il genere o la satira sociale, ci sono buchi grossi come una casa (tranne che in un caso le origini dei supereroi sono lasciate a un grande punto interrogativo, cosi come alcune descrizioni che sono giusto abbozzate) il supercattivone della storia non si capisce esattamente come fa a fare quel che fà, ne come sia entrato in possesso di alcune caratteristiche.
Ma nonostante questi punti decisamente WTF?! (in negativo) funziona.

La leader dei supereroi è un bel personaggio che non sfigurerebbe in una serie a se stante, cosi come l'eroe più rappresentativo che nonostante sia il classico buono è divertente e piacevole da leggere, insomma, prendete ogni fantasia nerd di un ragazzino di 14 anni e frullatela per bene, uscirá un gran casino ma divertente da morire una volta rafforzata per mille la sospensione dell'incredulità.


Di ben altra levatura invecè e You: crea il tuo destino.
Accomunato molto spesso con Ready: Player One di Ernest Cline in realtá centra come i cavoli a merenda.
You parla si di videogiochi, ma sopratutto di chi li crea e di come essi possano diventare un'ancora di salvezza per alcuni, quando uscirono i primi pc quattro amici Simon,Darren,Lisa e Russel vanno ancora alle medie, ma hanno gia capito che quella tecnologia sará il futuro di quello che hanno sempre sognato e decidono che creeranno giochi, ma gli anni passano e Russel quasi vergognandosi di essere un nerd si stacca dagli altri con l'intenzione di iniziare gli studi di legge, i restanti 3 creano effettivamente la Black Arts studio che sta quasi per sfondare quando Simon, un programmatore geniale, muore lasciando in eredita al suo studio il motore WAFFLE capace di generare un mondo dinamico che si adatta alle tue scelte e il sogno di creare il gioco definitivo, Lisa (ragazza intelligentissima e piu ossessionata dalla tecnologia che si cela dietro al videogioco piuttosto che al gioco stesso) e Darren (capacissimo a vendere la sua immagine e quella della BlackArts) continuano la loro opera mettendo sul mercato svariati franchise videoludici che seppur non riescono a diventare delle vere icone hanno un grande seguito.

Russel abbandonati gli studi di legge torna per cosi dire all'ovile chiedendo un posto di lavoro proprio alla BlackArts, qui si ritrova catapultato in un mondo che credeva di conoscere e che invece è andato avanti senza di lui, diventato game designer si ritrova a capo del prossimo progetto dopo l'abbandono di Darren che se ne va per creare una propria casa di sviluppo, da queste premesse parte un lungo viaggio che mischia realtà e gioco, presente e passato, il tutto scandito da una malinconia di fondo, il viaggio di Russel che nel tentativo di risolvere un bug che minaccia di rovinare irremidiabilmente il gioco al quale stanno lavorando e di conseguenza le loro vite, parte dal primo gioco creato da Simon andando mano a mano a giocarli tutti, cosi scandendo gli anni passati, ed è anche un viaggio nei suoi ricordi ed un modo per conoscere meglio quelli che erano i suoi amici, le loro motivazioni e paure e allo stesso tempo un viaggio introspettivo.

Insomma, una grande storia per tutti coloro che avevano dei sogni e che magari per le casualità della vita se li sono lasciati alle spalle...

mercoledì 30 luglio 2014

Voglia di vincere (ma anche no)

Bella copertina, pessimo titolo

E come dicevo nei miei deliri di solo poche ore fa questa notte l'ho passata in bianco, ma ero in buona compagnia.

Praticamente in una nottata mi sono immerso in queso libro di Tom Bissel, scrittore/giornalista/saggista/videogiocatore, nel quale viene analizato il media videoludico e le sue potenzialità non ancora sfruttate pienamente.
Leviamoci subito l'unica nota stonata di questo libro (fortunatamente una bazzecola) ovverosia il titolo: Voglia di vincere.
Che praticamente non centra una fava con l'argomento trattato in questo saggio, perchè come racconta un vecchio adagio: l'importante non è la destinazione, ma il viaggio.
O come in questo caso il modo nel quale si viaggia, ma ci arriveremo, il titolo originale è:  Extra Lives: Why Video Games Matter.
Evidentemente gli editori nostrani non riescono proprio a resistere alla pulsione di rimaneggiare i titoli di lingua albionica, quindi fare un briefing nella conference call va bene, ma lasciare il titolo originale per non stravolgere il senso di un'opera no, è il male.


Un uomo, 200 ore di Oblivion




Piccole polemiche a parte, andiamo a parlare di Voglia di vincere, come accennato in apertura questo saggio\autobiografia parla del rapporto di Tom con i videogame, di quanto esso li ami ma allo stesso tempo li odi, un odio scaturito piu che altro da alcune stagnazioni ormai croniche che solo pochi game designer hanno il coraggio di smuovere un pò.
Analizza svariati giochi usciti dal 2009 in poi, ci sono lunghe chiacchierate con diversi sviluppatori e inframezzati da quelli che potrebbero essere definiti flussi di coscienza, nei quali chiunque abbia passato piu di 10 minuti con un pad in mano ci si ritroverà con tutte le scarpe (sempre che in un gioco non siate di quelli al quale importa solo che si vedano i peli in alta definizione della ceppa di michia del protagonista, in questo caso siete brutte persone e meritate ogni male) in particolar modo viene analizata la piu grande mancanza del videogioco, la mancanza di storie ben scritte, punto sul quale mi trova fortemente daccordo, e sulle assurdita di alcune azioni\reazioni alla quale siamo costretti ad assistere giornalmente mentre muoviamo i nostri io virtuali.

Ma sopratutto è un racconto di vita, un racconto di dipendenza sia del media videogame sia non, un racconto che in alcuni punti lascia trasparire una grande solitudine, un racconto di notti in bianco passate davanti ad uno schermo emozionandoci con un pugno di pixel, un racconto di eroismi virtuali e imprese che solo in pochi riescono ad apprezzare al tuo stesso modo, un racconto di sensibilità artistica e di alcune vite vissute al massimo. 
Questo e molto altro è Voglia di vincere, acquisto consigliato per chiunque abbia un minimo la passione di quella sposa che tanto ci ha dato e potrebbe darci, e che anche tanto ci ha tolto che è il videogioco.





martedì 29 luglio 2014

False e nuove partenze

Ed eccoci qui, la mia terza o quarta (non ricordo minimamente) incarnazione del mio blog.

Ogni volta comincio e poi faccio tabula rasa, motivo? A saperlo ve lo direi, comunque sia, sono le 5:20 del mattino al momento che scrivo e ho passato la notte in bianco, quindi direi che é il momento ideale delle idee ponderate accuratamente, ed ecco spiegata l'ennesima rinascita della mia personalissima fenice.

Durera piu di un laiondi post questa volta? Solo il futuro svelerá l'arcano.
Per il momento è tutto, buonanotte e buone botte!